Anche quest’anno il Ministero della cultura aderisce alla
Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre. Ne
promuove i valori e individua come impegno primario il superamento delle
barriere fisiche, cognitive, sensoriali e culturali nei luoghi della cultura,
con il consueto slogan “Un giorno all’anno tutto l’anno”.
L’introduzione è del 1981per promuovere i diritti del
disabile e garantire le stesse opportunità per tutti. È stata istituita
ufficialmente dall’ONU nel 1992 per il giorno 3 dicembre. Nel 1993 la Commissione
Europea ha scelto lo stesso giorno per la Giornata Europea della persona con
disabilità.
Questa giornata non è dedicata solo alle persone
direttamente coinvolte dalla disabilità, ma vuole anche essere un’opportunità
per tutti i cittadini di approfondire le loro conoscenze sulle possibilità d’aiuto
e sui diritti delle persone. Tutto questo per uno scopo più grande, cioè capire
come possiamo rendere le vite quotidiane dei disabili più facili e farli
sentire con noi a loro agio.
Secondo l’ICF (Classificazione internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute), la disabilità è il risultato
di una complessa relazione tra CONDIZIONI DI SALUTE, FATTORI PERSONALI e
FATTORI AMBIENTALI in cui vive la persona.
Il benessere dipende dallo stato di salute ma anche
dall’ambiente che non deve creare situazioni sfavorevoli (barriere) altrimenti
diventa disabilità.
Dopo tanto lavoro si è finalmente arrivati nel 2010 a
parlare di INCLUSIONE, secondo cui la persona con disabilità fa parte della
comunità come tutti gli altri; la diversità non è più speciale ma una
condizione normale.
Questa giornata la sento mia, in quanto vivo la disabilità
in prima persona, con tutte le difficoltà che ne conseguono, ma anche con gli
importanti diritti a cui siamo arrivati al giorno d’oggi.
Anch’io ho avuto modo di fare il mio percorso scolastico,
nonostante l’inclusione non sia stata una passeggiata, ma alla fine con tenacia
sono riuscita a raggiungere i miei obiettivi.
Nonostante a livello legislativo siano stati fatti dei
grandi passi in avanti verso l’inclusione, la società non è ancora del tutto
pronta per accogliere la diversità come una normalità.
Per questo cerco di dare il mio contributo verso l’inclusione,
sensibilizzando le nuove generazioni con il mio progetto “Siete pronti per la
storia?”.
Spero che nel futuro chi si trova a vivere in prima persona
la disabilità, non debba affrontare grosse difficoltà per partecipare
attivamente alla vita sociale.