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venerdì 29 settembre 2023

IL GRANDE MONDO DELLA COMUNICAZIONE: COMUNICARE NON È SOLO PARLARE

 


Ieri vi ho proposto il video in cui mi avete sentito parlare, per raccogliere un po’ di vostre reazioni e osservazioni, che si possono sintetizzare in stupore e tanti complimenti.

Oggi vi vorrei spiegare un po’ meglio come si è evoluta nel corso degli anni la mia capacità di parlare e quali gli aspetti che la influenzano.

Durante la nascita ho avuto delle complicanze respiratorie che hanno compromesso il sistema nervoso centrale. La mancanza di ossigeno ha portato delle lesioni ad alcune aree cerebrali, tra cui anche quella legate al linguaggio e alla deglutizione. Questo mi porta una grossa fatica ad articolare le parole, dovuta all’interferenza delle distonie e dell’eccessiva salivazione di cui ho poco controllo. A tutto ciò si aggiunge la componente emotiva, per cui, conseguente a queste lesioni, mi ritrovo ad avere uno scarso controllo emotivo. Per farvi capire questa difficoltà vi faccio solo un esempio: quando ero piccola al mio compleanno non sono mai riuscita a soffiare le candeline, proprio perché l’emozione era così forte, per cui mi partivano le distonie, tutta una serie di movimenti involontari, che non mi permettevano di avere la fermezza e la forza per soffiare. Immaginate quindi come questo aspetto emotivo influenzi la mia comunicazione. Nel corso degli anni questo fattore ha pesato molto in vari contesti, come ad esempio nel mio percorso scolastico. Provate a pensare a quanta energia devo utilizzare per mettere insieme tutte queste cose (articolazione della parola, salivazione, distonie, emozione). Secondo voi, come potevo affrontare un’interrogazione orale a scuola?

Il risultato è stato che a scuola non riuscivo proprio a parlare e con questo intendo che non mi usciva proprio la voce. Mi trovavo così in preda al “mutismo selettivo”, che è proprio l’incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche di disagio emotivo, tale da provocare questo mutismo, nonostante la capacità di esprimersi in altre situazioni. A scuola quindi quando dovevo comunicare qualcosa, l’unico modo era scrivere il mio pensiero a computer.  

Questo non è successo solo nel contesto scolastico ma in molte altre occasioni in cui mi sono sentita a disagio.

Ma quindi vi chiederete quali sono le condizioni necessarie perché io riesca a parlare, come avete visto nel video di ieri?

Innanzitutto una prima cosa fondamentale è la capacità da parte del mio interlocutore di ascolto, intendendo con ciò la pazienza e il tempo da dedicarmi per la conversazione. Purtroppo nella frenesia della nostra società manca soprattutto il tempo per l’ascolto, le conversazioni sono solitamente frettolose e di conseguenza, avendo io bisogno di più tempo per esprimermi, vengo spesso “liquidata” con “lascia stare che ci spiega il tuo assistente”. Mi è proprio capitato di recente ad una visita, dove, anche se le domande erano rivolte a me, ha dovuto rispondere la mamma, perché avevo a disposizione solo 20 minuti e per me era impossibile parlare.

Spero che questa spiegazione di oggi sia riuscita a passare il messaggio del video di ieri, cioè quanto difficile sia per me parlare, non perché non abbia nulla dire, non capisca quanto mi viene detto o chiesto o non sia capace di formulare un pensiero, ma semplicemente per tutte le difficoltà di produzione del linguaggio che vi ho raccontato. In una condizione quindi in cui mi sento a mio agio e vengono rispettati i miei tempi, anche se con gran fatica, riesco a comunicare…vi dico quindi…grazie per l’ASCOLTO!  

 

lunedì 25 settembre 2023

GIORNATA MODIALE DEI SOGNI: 25 SETTEMBRE 2023

 


“I sogni son desideri. Di felicità”. Come recita la colonna sonora del film Cenerentola, i sogni notturni, con un po' di fortuna, possono anche avverarsi. Oggi, 25 settembre, nella Giornata Mondiale dei Sogni, istituita nel 2012 dall’americana Ozioma Egwuonwu, esperta di strategie motivazionali, si celebrano per l'appunto i sogni. E non solo quelli notturni, anzi! Soprattutto quelli che alimentano la nostra vita diurna: tutti quei desideri e aspirazioni che ci spingono a crescere ed evolverci, per raggiungere nuovi traguardi.

Il primo passo è porsi obiettivi realistici e commisurati alle nostre peculiarità e alla fase di vita in cui ci troviamo. Tenere sempre presenti i propri bisogni reali, saperli riconoscere e prendersi cura delle proprie fragilità, senza pretendere troppo da se stessi, ci aiuterà a individuare cosa vogliamo per noi stessi e ci sosterrà nei momenti in cui la meta ci sembra più lontana. Prefiggerci qualcosa di irraggiungibile o troppo sfidante potrebbe finire per scoraggiarci e minare la nostra motivazione.

Anche se siamo determinati a raggiungere un obiettivo, potremmo comunque incorrere in alcune difficoltà o sentirci demotivati e frustrati in certi momenti. Questo spesso si verifica quando ci concentriamo troppo sul traguardo finale trascurando le tappe intermedie, che invece, rivestono un ruolo essenziale e significativo. Per questo motivo è fondamentale suddividere il percorso in piccoli step. Affrontare il nostro viaggio a tappe, specialmente se l’obiettivo è molto ambizioso e a lungo termine, comporta numerosi benefici. Prima di tutto, focalizzandoci su ciascun passaggio, può risultare più semplice mantenere alte concentrazione, motivazione e determinazione. Può inoltre aiutarci ad affrontare meglio e con maggior consapevolezza l’eventuale senso di frustrazione, che potrebbe derivare dal mancato raggiungimento della meta in tempi brevi. Suddividere il nostro cammino in step ci consente anche di tenere traccia e valutare ogni progresso. È infine importantissimo non dimenticarsi mai di dare valore ai propri successi, piccoli o grandi che siano. Ogni passo che compiamo riveste un ruolo prezioso e fondamentale nel nostro processo di crescita e per questo merita sempre di essere celebrato.

Anch’io ho sempre avuto molti sogni nel cassetto; già da quando ero alle superiori e mi sentivo poco integrata nella classe per le mie difficoltà mi son prefissata come obiettivo post maturità la realizzazione di qualcosa che potesse favorire l’inclusione delle persone con disabilità, ma come fare?

Un altro mio grande sogno era quello di lavorare con i bambini, ma son sempre stata consapevole dell’impossibilità di fare un lavoro di accudimento, vista la mia disabilità. Allora che fare?  

Ho utilizzato così la mia passione e predisposizione a scrivere storie per bambini come mezzo per realizzare entrambi questi sogni; attraverso il progetto “Siete pronti per la storia?” infatti posso entrare a contatto con in bambini e diffondere fin dalla tenera età una cultura inclusiva.

In questi anni, dall’ormai lontano 2016, anno in cui “Siete pronti per la storia?” faceva i suoi primi passi, ho messo in piedi anche altri progetti innovativi, riscoprendo in me più creatività di quanto pensavo avere.

In questa giornata vi invito quindi a continuare a sognare e coltivare i propri desideri!

venerdì 22 settembre 2023

IL QUADERNO DELLE LETTERE

 


In questi giorni ho pensato di concludere la sistemazione del materiale raccolto durante il progetto “Dove abitano le storie? Uguali-diversi” (vedi link:https://animazionidisabili.blogspot.com/2023/05/intervento-in-qualita-di-narratrice.html ), svoltosi nelle scuole di Valdagno lo scorso maggio.

Dopo aver creato l’acchiappaparole e il cruciverba, ho deciso di conservare in un quaderno da me creato con il pannolenci tutte le lettere che gli alunni della scuola primaria mi avevano scritto.

Dopo aver realizzato la copertina in pannolenci verde, ho creato le pagine interne con dei cartoncini di vari colori, dove ho incollato le lettere che avevo ritagliato.

Ogni lettera ha tre campi da compilare: uno dove i bambini dovevano scrivere cosa della mia storia di vita li aveva colpiti di più, uno dovere mettere i loro pensieri dopo avermi conosciuto e uno in cui dovevano “regalarmi” una parola o frase.

Da queste lettere sono emerse la spontaneità e l’ingenuità dei bambini che mi hanno conosciuta e accolta senza i freni, con cui solitamente si pongono gli adulti nei miei confronti. Nella genuinità dei bambini con molta semplicità hanno accolto la diversità come qualcosa di bello di cui far tesoro.

Vi lascio qualche esempio di “frasi belle” che mi sono state regalate:

-      “Mi hai fatto pensare a una persona come te che anche se ha dei problemi particolari riesci a far conoscere la disabilità”

-      Vorrei dirti che mi hai fatto pensare a che tu sei una persona molto coraggiosa, felice e divertente”

-      Vorrei dirti che mi hai fatto pensare a non giudicare le persone dal loro aspetto”

-      Vorrei dirti che mi hai fatto pensare che non puoi correre, giocare e fare tante altre cose”

-      Vorrei dirti che mi hai fatto pensare che anche se si è diversi il nostro cuore è uguale”.