Oggi vi parlo di un argomento un po' delicato che ho letto in questo articolo.
In televisione si continua a parlare della guerra in Ucraina e di quante persone stanno scappando dal loro paese senza cibo, acqua e vestiti. Ma non tutti possono scappare perchè ci sono circa 3 milioni di persone con disabilità di varia natura in enorme difficoltà. È quanto afferma l'AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici). Invece secondo l’European Down Syndrome Association sarebbero 2,7 milioni.
Numeri che confermano un fatto: la crisi umanitaria è ormai certa, esiste e riguarda anche le persone disabili, e per loro le difficoltà sono enfatizzate da quelle barriere vissute ogni giorno, ben prima dell’invasione russa, che in moltissimi casi non consentono la fuga dal Paese ucraino.
Penso a tutte le difficoltà che una persona disabile può incontare in un momento come questo di estrema emergenza. Come può un disabile scappare da una bomba? Come può in breve tempo recuperare il necessario per la fuga? Come può nascondersi in un rifugio sotterraneo?
Sono costretti a rimanere lì, nelle loro case e sperare di sopravvivere.
Come si può fare?
Il governo italiano sta lavorando con l'obiettivo di mettere in salvo tutti i soggetti più fragili del conflitto in Ucraina. Lo assicura il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in una lettera inviata all’assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli Luca Trapanese, in risposta al suo “accorato appello che ha posto l’attenzione sul rilevante tema della disabilità in connessione con il conflitto”.
Luca Trapanese è il primo padre single e omosessuale che è riuscito ad adottare una bambina con handicap, si è offerto per ospitare un ragazzo disabile bloccato a Kiev.
Speriamo che la situazione si sitemi e che le persone possano tornare nel loro paese.
Vi lascio il link se avete voglia di approfondire l'articolo:
https://www.abilitychannel.tv/guerra-in-ucraina-persone-disabili/
Argomento molto interessante!
RispondiEliminaArgomento che fa rifllettere
RispondiEliminaDavvero una tragedia, grazie per averne parlato, non possiamo non pensarci. Cosa possiamo fare noi? Io prego tanto per tutti loro, ecco cosa posso fare.
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