Dopo essere stata all’Istituto
Remondini lo scorso febbraio, ospitata dalla mia ex professoressa di psicologia
Maria Rebecchi, per presentare a delle classi del serale il mio lavoro in una lezione
sul tema “Disabilità e potenzialità”, ho conosciuto l’insegnante Lucilla
Zordanazzo, che è anche pedagogista e formatrice, la quale mi ha proposto una
collaborazione ad un suo progetto che sta svolgendo nelle scuole del territorio,
assieme alla professoressa Lisa Frison dell’Istituto Remondini.
Questo progetto si chiama “Dove
abitano le storie? Uguali-diversi” e consiste nell’attivazione di percorsi
laboratoriali di scrittura autobiografica e narrativa psicologicamente
orientata a favore degli alunni. L’esperienza della scrittura per sé e poi con
gli altri valorizza e/o riscopre attraverso la scrittura l’unicità di ogni
bambina e bambino, permette di sperimentare l’ascolto attraverso la voce
narrante (della prof.ssa Lisa Frison), offre un tempo ed uno spazio per
avvicinarsi alla scrittura per il piacere di scrivere, con proposte mirate e
graduali ma anche originali ed interessanti. La finalità principale è di promuovere
la consapevolezza di sé, sviluppare nuove competenze nella lingua e riconoscere
negli altri le unicità, le complementarietà e le similitudini rispetto a sé.
Per far apprezzare l’unicità e
il valore della diversità la professoressa Zordanazzo ha pensato che calzava a
pennello un mio intervento per far conoscere i miei progetti.
Ho accolto questa proposta con
entusiasmo e gioia e sono così intervenuta un giorno alla scuola primaria “Maglio”
di Valdagno e un altro giorno alla scuola primaria “Manzoni” e alla scuola
secondaria di primo grado “Garbin”, anche queste di Valdagno.
Nelle scuole primarie dopo
essermi presentata con dei semplici video della mia quotidianità e delle
attività che svolgo, ho poi letto la storia “Il castello delle fiabe”, che è
una sorta di autobiografia che racconta in modo semplice e fantasioso le
potenzialità della mia disabilità. Alla fine l’insegnante ha proposto ai
bambini di “regalarmi delle parole gentili” e di scrivermi delle lettere che mi
consegneranno in un secondo momento. È stato proprio un incontro emozionate, perché
i bambini sono stati molto coinvolti e mi hanno regalato delle bellissime
parole.
Nella scuola secondaria di
primo grado invece mi sono sempre presentata con i video e poi l’insegnante ha
dato ai ragazzi del tempo per scrivermi, esprimendo ognuno liberamente le
proprie idee su questo nostro incontro. Mi hanno anche regalato una piantina
con una bellissima frase scritta sul vaso: “Quando perdiamo il diritto di
essere diversi, perdiamo privilegio di essere liberi” (Charles Evans).
Sempre sul tema della diversità
il progetto prevedeva per questi ragazzi anche la lettura del libro “Melody”,
che ho letto anch’io, la cui protagonista, Melody, è una bambina di undici
anni, che racconta in prima persona la sua vita condizionata da una grave
disabilità, che la costringe a passare le sue giornate in carrozzina, priva di
ogni tipo di autonomia. Melody, però, ha una memoria fotografica eccezionale.
La sua mente è come una videocamera costantemente in modalità
"registrazione". A me questo libro è piaciuto molto perché mi sono
sentita un po’ rispecchiata in Melody e credo che anche per gli studenti la mia
presenza dopo questa lettura sia stata un’occasione per toccare con mano quanto
letto e per capire che anche se una persona ha disabilità fisiche o sensoriali
può comunque fare grandi cose.
Vorrei ringraziare le
professoresse Maria Rebecchi, Lucilla Zordanazzo e Lisa Frison per avermi dato
questa bella opportunità.
Spero che ci siano altre occasioni
per rivederci e consiglio a tutti la lettura del libro “Melody”.