Ringraziando i partecipanti del sondaggio vi riporto i risultati e un approfondimento su questo tema.
Tutti sono a conoscenza di cos’erano le scuole speciali e le classi differenziali. L’87,5% si è dichiarato favorevole all’abolizione delle scuole speciali e l’85,7% ritiene che al giorno d’oggi l’integrazione degli alunni con disabilità a scuola non avviene in maniera efficiente e che gli insegnanti di sostegno non siano adeguatamente formati per il ruolo che rivestono. Tutti sono d’accordo sul fatto che insegnanti di sostegno e operatori OSS non affiancano le persone con disabilità per un giusto numero di ore nella giornata scolastica. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei bidelli nell’aiutare le persone con disabilità i partecipanti si sono divisi a metà, il 50% dice che è giusto coinvolgerli, mentre il restane 50% no.
Il 75% sostiene che il PEI non rispecchi sempre le esigenze dell’alunno disabile.
Per quanto riguarda i vantaggi e gli svantaggi dell’integrazione per l’alunno disabile e per la classe, quasi tutti i partecipanti hanno parlato di vantaggi per tutti e non di svantaggi, che compaiono solo quando l’integrazione non viene fatta bene. I vantaggi sono: permettere la socializzazione, l'abbattimento di barriere e pregiudizi, garantire diritto allo studio e al lavoro, mantenere la dignità e la cura della persona fino alla completa realizzazione delle sue aspettative di vita, la possibilità di conoscere la diversità e comprendere che nessuno di noi è uguale e perfetto e che ognuno può avere abilità e potenzialità diverse nonostante i limiti che ci possano essere in una situazione di disabilità. Per i coetanei la presenza in classe del compagno con disabilità potrebbe essere stimolo di crescita per ciascun individuo, perché potrebbe crearsi un buon modo per far esperienze e coltivare amicizie differenti. Gli svantaggi si presentano quando l'integrazione non viene realizzata in maniera corretta, non tenendo ben conto di molti aspetti della personalità e dei bisogni della persona disabile, può risultare controproducente e perfino peggiorare le sue condizioni di vita. Alcuni ritengono importante che l'adulto, in questo caso i docenti, facciano in modo che l'alunno disabile si senta parte della classe, ma spesso i docenti stessi non sono preparati ad avere in classe un alunno con disabilità e quindi si viene a creare uno svantaggio per tutti i membri della classe e gli alunni disabili vengono emarginati.
Quasi tutti (88,9%) hanno avuto esperienza diretta di integrazione a scuola e per il 62,5% è stata un’esperienza positiva. Tutti sostengono poi che l’integrazione ha ancora molta strada da fare per migliorare.
Vediamo ora di approfondire un po’ come avviene l’integrazione al giorno d’oggi, consapevoli che dalle scuole speciali ad oggi sono stati fatti molti passi avanti con le varie leggi che sono cambiate nel tempo.
La scuola italiana è una comunità accogliente nella quale tutti, a prescindere dalle condizioni personali, trovano opportunità per realizzare esperienze di crescita. Una intensa e articolata progettualità accompagna l’inclusione degli alunni con disabilità. Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) promuove l'inclusione degli studenti con disabilità e garantisce a ciascuno la partecipazione alla vita scolastica e la possibilità di realizzare il proprio potenziale. Il Decreto interministeriale 182 del 2020 definisce il modello unico per il PEI, le linee guida e l’assegnazione delle misure di sostegno. Il Decreto ministeriale 153 del 2023 modifica il lavoro del Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione (GLO), le azioni, i modelli, le linee guida. Organo consultivo e propositivo, a livello nazionale, in materia di integrazione scolastica è l’Osservatorio per l’integrazione delle persone con disabilità. Recenti misure prese a sostegno degli alunni con disabilità sono:
- Specializzazione didattica sostegno per docenti con tre anni di servizio: sono introdotti percorsi di specializzazione al sostegno indetti da INDIRE, da conseguire entro il 31 dicembre 2025, con almeno 30 CFU. Possono partecipare i docenti con almeno tre anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni, anche non continuativi.
- Continuità didattica docente di sostegno su richiesta della famiglia: viene garantita la possibilità per le famiglie di richiedere la conferma del docente di sostegno dell’anno precedente, previa valutazione del dirigente scolastico e nell’interesse del discente. La priorità spetta ai docenti con titolo di specializzazione.
- Percorsi per docenti con titolo acquisito all’estero, in attesa di riconoscimento: INDIRE attiverà percorsi straordinari per docenti con titoli di sostegno esteri, in attesa di riconoscimento. I docenti in questo caso dovranno rinunciare a ogni istanza di riconoscimento del titolo estero.
- Disposizioni urgenti in materia di tutela dei diritti delle persone con disabilità e di formazione dei docenti referenti per il sostegno: sono avviate attività di sperimentazione in territori specifici per completare la formazione dei docenti referenti per il sostegno entro il 31 dicembre 2024.
Oltre all’insegnante di sostegno l’alunno con disabilità ha diritto di essere affiancato dalla figura dell’operatore OSS. L’OSS nella scuola svolge i seguenti compiti operativi:
- aiuto per lo sviluppo, mantenimento delle abilità comunicative: l’OSS collaborerà con gli specialisti ed il corpo docente per comprendere la situazione in cui si trova l’alunno e contribuirà a lavorare per il miglioramento della comunicazione in generale, sia verbale sia non verbale;
- cura della persona (igiene, vestiario, alimentazione): l’OSS segue l’alunno nella cura della persona, per l’uso del WC, per la pulizia, per la gestione del controllo sfinterico, il cambio degli indumenti,…
- aiuto nella gestione comportamentale: contenimento di ansia/aggressività/iperattività;
- aiuto nello sviluppo delle potenzialità ed abilità;
- aiuto nella gestione degli spazi, attrezzature e strumenti;
- individuazione e segnalazione di situazioni problematiche.
Vista la non copertura dell’intero orario scolastico da parte degli operatori OSS, nelle restanti ore questo tipo di assistenza deve essere fornita all’alunno disabile dal personale ATA (bidelli).
Per quanto riguarda poi la gestione delle interazioni con i coetanei è tutto affidato al buon senso e alle competenze degli adulti (docenti, oss, famiglie) che devono favorire la socializzazione e la piena integrazione.
Purtroppo quanto abbiamo approfondito molto spesso è difficile che venga messo realmente in pratica e ci si ritrova a integrazioni gestite in modo poco efficiente con tutte le conseguenze negative di cui abbiamo già parlato, sia per gli alunni disabili che per le loro famiglie, sia per il gruppo classe.
Per il benessere di tutti sarebbe necessario rivedere la questione alle origini, a livello legislativo ed economico, essendoci sempre meno risorse per il sociale e per la tutela di queste famiglie che vivono l’esperienza della disabilità; oltre alla necessità di diffondere fin dalla tenera età una cultura di sensibilizzazione verso una piena inclusione di tutti.
Anch’io nel mio percorso scolastico ho avuto molteplici difficoltà di integrazione nei vari anni scolastici, che mi hanno richiesto grande fatica e sofferenza per arrivare al raggiungimento del diploma di maturità. È anche per questo che con il mio progetto ho sentito la necessità di dare il mio contributo per la sensibilizzazione all’inclusione.
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