In questi giorni ho sentito la notizia al telegiornale di Beatrice, una ragazza bassanese che è venuta a mancare l’anno scorso. Beatrice era disabile dalla nascita come me e nonostante questa difficoltà non si è arresa e si è battuta per cercare di abbattere le barriere e per fa sì che vengano costruiti parchi giochi per tutti.
Questo è il link della notizia.
https://reteveneta.medianordest.it/28314/bassano-del-grappa-nel-quartiere-di-beatrice-sorge-un-parco-giochi-ma-non-per-tutti/
Ho sentito il bisogno di dire anche il mio parere sul tema dell’inclusione e su quanto lavoro ancora ci sia da fare affinchè tutti, ma veramente tutti possano avere accesso ai parchi gioco.
Quando ero piccola queste realtà erano inesistenti ma oggi qualcosa sta cambiando anche se ci vorrà ancora molto tempo perché tutte le città abbiano almeno un parco inclusivo.
Io sono stata fortunata perché nel giardino di casa sono riuscita a crearmi in maniera casalinga un’area gioco con un’altalena riadattata e uno scivolo che aveva delle misure più grandi e mi permetteva di divertirmi in sicurezza ma soprattutto mantenendo la giusta postura.
Non tutti all’epoca hanno avuto questa opportunità e per questo è necessario adottare nuove soluzioni.
Il gioco è un diritto fondamentale dei bambini, di tutti i bambini, lo cita anche la costituzione:
Il diritto al gioco per tutti i bambini è sancito dai due commi dell’articolo 31: comma 1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. comma 2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.
Purtroppo questo non sempre viene rispettato.
Oggi la gente pensa che un bambino con delle difficoltà non debba andare nei parchi o fare cose “normali” come gli altri ma io credo che proprio per il fatto di essere un bambino abbia bisogno di socializzare e di divertirsi.
Possiamo definire con il termine parco giochi inclusivo un progetto completo per permettere ai bambini disabili di divertirsi senza barriere, favorire la socializzazione e il gioco in autonomia. Tanti sono i Comuni italiani che hanno predisposto giochi per disabili e diversi sono i parchi giochi inclusivi pensati dai Sindaci.
La prima e più importante caratteristica che un parco giochi inclusivo deve avere è l’accessibilità a ogni tipo di carrozzina: elettrica, manuale e altro ancora. Ecco perché non troverete mai un parco giochi inclusivo su ghiaia, prato o sabbia. Inoltre oltre al fondo liscio bisogna fare attenzione alla pendenza delle rampe, secondo quanto prescritto dal D.M. 236/89, che prevede che siano sufficientemente larghe per permettere al disabile ogni manovra.
Parlare di parco inclusivo accessibile ai disabili significa anche pensare all’accesso agli adulti con eventuali limitazioni di movimento, dato che i bambini fino ai 10 o 11 anni non vanno al parco da soli: via libera dunque a posteggi per disabili, toilette accessibili e percorsi senza barriere architettoniche per genitori e nonni.
Non dimentichiamo, infatti, che esistono diversi tipi di disabilità e che non tutti i bambini sono seduti sulla sedia a rotelle, ma abbiamo anche casi di riduzione di altre capacità motorie, sensoriali o intellettive, che richiedono giochi per bambini disabili appositi. Pensiamo, ad esempio, ai bambini ciechi o autistici che possono e devono accedere al parco giochi inclusivo.
Oggi con questo post spero che la battaglia di Beatrice possa continuare e smuovere le coscienze di chi può fare qualcosa per cambiare il mondo.
Spero che anche altre persone disabili trovino il coraggio di far sentire la loro voce ma anche gente comune che abbia voglia di combattere per questo tema così delicato ma così importante.
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