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mercoledì 21 settembre 2022

Giornata mondiale dell'Alzheimer

                                    
 



Oggi 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Alzheimer: un momento di riflessione e un’opportunità per sensibilizzare e informare su questa malattia che ad oggi è considerata la forma più comune di demenza.

Il morbo di Alzheimer consiste in una perdita di memoria e di altre abilità intellettive che, manifestandosi in modo progressivo, vanno ad interferire con la vita quotidiana della persona. Il morbo non va confuso con l’invecchiamento, anche se è una malattia che aumenta il suo rischio di insorgenza con l’aumentare dell’età. Nelle sue fasi iniziali, la perdita di memoria è leggera, ma nella fase avanzata le persone perdono la capacità di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente che li circonda. È fondamentale riuscire a riconoscere per tempo i segnali. Le abilità della persona colpita da morbo di Alzheimer cambiano gradualmente, i sintomi possono variare da persona a persona e avere un decorso più o meno veloce.

Una malattia che ha una ricaduta importante sulle famiglie che si trovano spesso ad affrontare un radicale cambiamento di personalità della persona malata, generando situazioni impegnative sul piano affettivo e organizzativo tanto che il caregiver si vede costretto a stravolgere la propria vita personale. 

Per quanto la ricerca vada avanti, non esiste ancora una cura, e a maggior ragione è fondamentale una diagnosi precoce per rallentare temporaneamente il peggioramento dei sintomi della demenza e migliorare la qualità della vita delle persone colpite e di chi le assiste.

Anch’io ho avuto esperienza diretta con mia nonna paterna che si è ammalata di Alzheimer in modo graduale nel corso dei suoi ultimi anni di vita. All’inizio il suo modo di fare mi innervosiva, perché pensavo che fosse semplicemente invadente e curiosa; ricordo che veniva a trovarmi e continuava a pormi domande ripetitive e a disturbarmi mentre ero impegnata nello studio. Credevo addirittura che fosse gelosa delle mie assistenti che avevo in casa. Con il passare del tempo però ha iniziato a fare cose bizzarre, come uscire di casa senza una meta e senza avvisare nessuno, creando anche grosse difficoltà di convivenza con il nonno, con il quale si arrabbiava sempre perché voleva fare a modo suo. Più passava il tempo e più i suoi discorsi erano confusi, cominciando a non ricordare i nostri nomi e non riconoscere le persone. Oltre ai problemi di memoria si sono poi aggiunte difficoltà di controllo degli sfinteri e di igiene personale. Alla fine la malattia se l’è porta via nel 2018.

Questa giornata deve farci riflettere su quanto sia importante investire nella ricerca per cercare una cura a sostegno di tutte le famiglie che vivono in prima persona l’Alzheimer con i loro cari.

È molto difficile anche per i famigliari capire e accettare questa malattia, perché porta a un drastico cambiamento della persona.

Nel mio caso non è stato facile capire la situazione e accettare “l’invadenza” della nonna, perché pensavo che fosse un suo comportamento volontario e non una conseguenza della malattia.

È molto triste vedere i nonni che per tutta la loro vita sono stati il sostegno dei nipoti e della famiglia, trasformarsi in soggetti fragili bisognosi di aiuto e che sembrano ritornare loro stessi bambini.

Quando è mancata la nonna, le ho dedicato una poesia che vi riporto qui sotto e che esprime tutto il mio amore per lei.

 

Nonna

Ti guardo alzando lo sguardo,
la distanza tra me e te è infinita, 
ma il mio cuore è il ponte più bello dove possiamo incontrarci. 
Di giorno, ti nascondi tra le nuvole 
e la sera sei una tra le tante stelle.
Sei vento, quel vento che non mi fa prendere freddo

ma che mi fa le guance rosse. 
Sei il fiore del mio giardino, quel fiore che una volta appassito

rinasce e profuma.
Ti guardo andare via,
lasciando le lacrime nel mio volto.
Ogni lacrima rispecchia il tuo di volto,
come uno specchio.  
Sento ancora il tuo profumo,
dolce come la farina che usavi in cucina. 
Vorrei essere bambina per andare in altalena,

andare in alto e toccarti. 
Tu che stai nel mondo di là, fuori dal mio,

in quello che io posso solo immaginare.
Quel posto dove le fatiche sono un ricordo. 

Dove la farina profuma d'amore

e i fiori non appassiscono.
Dove le lacrime sono sorrisi. 
Vorrei riportati qui per dirti ciò che non ti ho mai detto. 
Ma tu non vieni più perché hai gettato le armi e hai riposto il paiolo.
Hai chiuso gli occhi e ti sei lasciata andare. 
Lassù tra le braccia di Dio.  
Resta solo il ricordo di te nell'anima mia.

E nella tua ci sono le tracce della mia,

che un po' assomiglia alla tua.

                                                                                                                      Teresa Marcolin

                                                                                                                         3 Febbraio 2019

 

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