Ieri si è celebrata la 46°Giornata Nazionale per la Vita
sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo
guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)». Sono numerose le
circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che,
per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che
venga messa a repentaglio.
La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino,
anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata
con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del
migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o
che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei
lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe
insufficienti, contratti precari o in nero. La vita delle donne viene ancora
considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei
mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto.
La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta,
lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il
suicidio assistito o la morte procurata. La vita dei bambini, nati e non nati,
viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta
a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto
di organi. In tale contesto l’aborto, indebitamente presentato come diritto,
viene sempre più banalizzato, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o
“del giorno dopo” facilmente reperibili. Tante sono dunque le “vite negate”,
cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari
dignità con quelle delle altre persone.
Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche,
appare evidente che ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un
immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri. Le tante storie di
persone giudicate insignificanti o inferiori che hanno invece saputo diventare
punti di riferimento o addirittura raggiungere un sorprendente successo stanno
a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in
ragione di qualsivoglia considerazione. Quante volte il capezzale di malati
gravi diviene sorgente di consolazione per chi sta bene nel corpo, ma è disperato
interiormente. Quanti poveri, semplici, piccoli, immigrati… sanno mettere il
poco che hanno a servizio di chi ha più problemi di loro. Quanti disabili
portano gioia nelle famiglie e nelle comunità, dove non “basta la salute” per
essere felici. Quante volte colui che si riteneva nemico mortale compie gesti
di fratellanza e perdono. Quanto spesso il bambino non voluto fa della propria
vita una benedizione per sé e per gli altri. La vita, ogni vita, se la
guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede
una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte
le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di
negare il valore della vita, di ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai
diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con
nessuna motivazione. Il rispetto della vita non va ridotto a una questione
confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad
ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte
le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli
economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una
civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue
fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio
2015).
In questa giornata durante la Santa Messa della domenica
nelle Chiese vengono invitati i bambini battezzati nell’anno precedente per
essere presentati alla comunità e per celebrare la loro nuova Vita. Anch’io ieri
ho partecipato con gioia a questa celebrazione e festeggiato i nuovi nati di
Valrovina. C’è stata anche una bella testimonianza di un rappresentante del Centro
Aiuto alla Vita di Bassano che ha letto la storia di una madre straniera
incinta in grande difficoltà, ma poi aiutata a tenere la Vita che portava in
grembo.
Buona Vita a tutti!