DESIGN INCLUSIVO
L’idea è
stata lanciata da Ikea Israele, che ha realizzato il progetto insieme
all’organizzazione non-profit Milbat, che si occupa di progettare tecnologie
per persone con disabilità, e Access Israel, un’altra realtà locale impegnata
nei temi dell’accessibilità e dell’inclusione.
ThisAbles, questo il titolo dell’iniziativa, comprende una serie di
oggetti pensati per adattare i mobili Ikea alle singole esigenze di persone
disabili. Tutti questi upgrade, che cercano di risolvere alcuni problemi
pratici della vita di tutti i giorni, sono disponibili sul sito web sotto forma
di file per la stampa 3D: possono quindi essere scaricati e stampati in
autonomia da chiunque abbia accesso a questo genere di tecnologia.
Al momento ThisAbles comprende 13 differenti hack che riguardano
diversi ambienti della casa: il salotto, lo studio, la camera da letto e il
bagno. Maniglie speciali che aiutano ad aprire e chiudere gli armadi,
interruttori più facili da raggiungere, supporti per bastoni ed estensioni per
le gambe dei divani. Il sito invita poi a collaborare per ampliare il catalogo
degli upgrade, inviando idee e proposte customizzate sulle singole esigenze,
oltre a segnalare quali, tra gli oggetti già in catalogo, sono i più adatti per
aiutare le persone con disabilità nelle loro attività quotidiane.
Ho trovato questo progetto molto interessante, mi è stato condiviso da un’amica che ha pensato subito a me quando lo ha visto. Spero che al più presto possa espandersi a tutti i paesi del mondo. Ikea è stata all’avanguardia ma anche le altre industrie dovrebbero rivedere il loro modo di progettare in maniera più inclusiva.
Credo che il modo migliore per creare questi nuovi progetti sia quello di coinvolgere in prima persona coloro a cui è rivolto soprattutto per il fatto che ci sono moltissime tipologie di esigenze, disabilità e modi gestire al meglio la propria quotidianità.
Tutto questo non riguarda solo i mobili ma anche dispositivi tecnologici, oggettistica, abbigliamento e anche il settore dell’industria alimentare. Vi siete mai chiesti come potrebbe una persona disabile aprire una scatoletta di tonno o un sacchetto di patatine? Abbiamo sempre bisogno che qualcuno faccia questo tipo di operazioni al posto nostro.
Anche un gesto semplice come accendere la tv può essere difficile, aprire la porta di una stanza o una finestra per alcuni è un gesto pressoché impossibile. Grazie alla domotica si stanno facendo grandi passi avanti ma purtroppo si tratta di un dispositivo molto costoso.
Il cellulare ormai è di uso comune e lo portiamo sempre con noi. Peccato che chi costruisce le carrozzine non abbia ancora pensato ad un porta telefono! Ho dovuto farmelo fare da una ditta del Bassanese che si occupa di supporti per macchine fotografiche.
C’è un detto che dice: “Facile come bere un bicchier d’acqua”…per me anche versare da bere non è facile e prendere in mano un bicchiere è impossibile. I tappi delle bottiglie poi sono complicati da aprire.
Anche semplicemente le scarpe, che devo per forza usare tutti i giorni, non posso sceglierle tra quelle che mi piacciono di più poichè devono avere determinate caratteristiche. Trovare un modello differente da quelle da ginnastica è quasi utopia. Per chi come me ha una tetraparesi i lacci sono off limits e se dovessi andare ad una cerimonia non potrei di certo presentarmi con delle scarpe da ginnastica. Inoltre ho bisogno di un plantare e non tutte le scarpe sono adatte.
Posso indossare solo scarpe con la suola piatta, tacchi o zeppe sono banditi perché rischierei di cadere.
Per riprendere il progetto Ikea, credo sia davvero utile che possa estendersi a tutti i produttori, al fine di rendere le persone con disabilità il più autonome possibili e anche per andare cercare di andare incontro ai gusti personali di tutti. Purtroppo si pensa che a noi “vada bene tutto” ma in realtà abbiamo gusti precisi e ci piacerebbe poter personalizzare i nostri ausili.
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