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lunedì 31 gennaio 2022

I film che piacciono a Teresa

La Sposa - miniserie -


La Sposa è una serie ambientata nel passato, ma che parla al presente.

Affronta tematiche attualissime come l’emancipazione femminile, la parità di genere, e il rispetto delle differenze socio-culturali. Un racconto moderno, che ha per protagonista una figura femminile coraggiosa e forte, un grande esempio di tenacia e riscatto sociale nell'Italia di fine anni ’60.

Arrivata al Nord, Maria deve fare subito i conti con una realtà totalmente ostile, dovuta al suo essere meridionale e donna, al duro lavoro nei campi, ma soprattutto al rifiuto di Italo, ancora troppo sconvolto dalla misteriosa scomparsa della prima moglie, Giorgia, di cui è ritenuto responsabile dai compaesani. Italo non vuole saperne di lei: è stato lo zio Vittorio a fargli firmare le carte del matrimonio per procura con l’inganno, per assicurarsi una discendenza “sana”. In realtà, Italo ha già un figlio, Paolino (Antonio Nicolai), un bambino molto intelligente che soffre, però, di crisi epilettiche e che, traumatizzato dalla scomparsa della madre, passa il suo tempo nella stalla con gli animali e ha smesso di andare a scuola. Maria riesce a conquistare la fiducia di Paolino e vuole che torni a scuola. Con l'aiuto di Carla, una sua amica bracciante con una forte coscienza politica, convince la maestra del paese a fargli sostenere l'esame per frequentare la terza elementare. Il lavoro di Maria procede tra il noccioleto e il mercato. Vittorio si rende conto delle grandi capacità della ragazza e inizia a darle incarichi sempre più importanti. Anche con Italo le cose sembrano andare meglio. Ma la faticosa routine al casale dei Bassi viene spezzata dal rinvenimento da parte di un cacciatore di un cadavere in fondo a una scarpata.

Questa miniserie mi è piaciuta perché ha raccontato una realtà del nord Italia non troppo distante dai giorni nostri. Viene trattato il tema dello sfruttamento delle donne, considerate semplicemente nella loro utilità nel fare figli e occuparsi della casa.

Il coraggio della protagonista manda un messaggio forte su come la resilienza possa portare a dei risultati concreti. Con la sua tenacia è riuscita infatti a fondare una sua cooperativa agricola, garantendo il lavoro alla sua famiglia e ad altre donne.

Un altro tema che è stato trattato è legato alla disuguaglianza culturale tra nord e sud e di come questi ultimi abbiano avuto molte difficoltà nell’integrarsi con le persone del settentrione.

Ultimo ma non meno importante è il tema legato alle crisi epilettiche e della difficile accettazione da parte della società delle persone con disabilità.

Ancora oggi purtroppo ci sono notevoli difficoltà nell’affrontare questo tipo di problematiche. In tempi non troppo distanti anche in ambito scolastico non erano previsti progetti personalizzati e di inclusione per chi era affetto da una disabilità.

Un'altra problematica affrontata nella serie è quella della tossicodipendenza e ancora  una volta è stato grazie alla grinta della protagonista che il fratello è stato capace di uscirne. In quegli anni non erano sicuramente molti i servizi a disposizione di chi incappava nel mondo della droga.

 

Non mi lasciare - miniserie - 

 

 

 

Elena Zonin è una poliziotta che vive a Roma dove si occupa di crimini informatici e in particolare di reati contro l'infanzia seguendo, con una passione che rasenta l'ossessione, le indagini che riguardano la scomparsa di minori. Un nuovo caso, legato a un’indagine su cui sta lavorando da tempo, la porta a Venezia, la città della sua giovinezza, da cui era fuggita vent'anni prima. Qui ritroverà Daniele Vianello, suo grande amore di allora divenuto nel frattempo vice questore di polizia, e Giulia, la sua migliore amica che Daniele ha poi sposato. L'inchiesta li vedrà lavorare fianco a fianco attraverso Venezia tra le sue meraviglie, gli antichi palazzi, le piccole calli sconosciute, la laguna. La caccia ai criminali li porterà anche nel Polesine tra le nebbie, alla scoperta di segreti nascosti per anni che ora dovranno tornare alla luce. Il passato e il presente tornano quindi ad intrecciarsi mentre si riaprono vecchie ferite e si cerca di superare quello che è stato e di guardare al futuro.

La tematica intorno a cui ruota la fiction Non mi lasciare riguarda i crimini commessi sul web a danno dei minori. Tematica che mi ha colpito molto. In Non mi lasciare viene mostrata la facilità con cui questi criminali adescano i ragazzini approfittando della loro ingenuità.

il male oscuro dell’umanità trova territorio fertile in questi nuovi mezzi. I ragazzi abbiano più capacità e conoscenze rispetto a noi per affrontare questi problemi, dal bullismo online al dark web.

Personalmente credo che sia molto importante essere attenti all’uso che viene fatto dai social, soprattutto se minorenni. E’ necessario che i genitori prestino attenzione all’uso di internet dei figli, inserendo dei filtri che consentono la navigazione solo in siti sicuri, altrimenti i rischio è di incappare in persone criminali.

E’importante prestare attenzione a ciò che si scrive, alle foto postate e ai banner che compaiono di continuo sullo schermo. Spesso infatti sono pubblicità ingannevoli. Il rischio è che i giovani ragazzi e le categorie più fragili possano trasformare una forma di disagio in disturbo psicologico in seguito ad incontri con persone legate al mondo della pedofilia.

Questa serie mi è piaciuta perché racconta la tematica del Dark web, tema molto importante e  spesso non preso in considerazione, soprattutto dai più giovani

 

 

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