Dopo avervi lasciato un po’ di giorni per partecipare al sondaggio, con il post di oggi vi comunico i risultati per poi approfondire l’argomento. Come prima cosa ringrazio tutti coloro che hanno partecipato, dedicando parte del loro tempo; è stato una “proposta-esperimento”, ne seguiranno poi altri per tenere sempre più attivo il mio blog e essere maggiormente in contatto con tutti voi.
Circa l’argomento “Scuole alternative” tutti i partecipanti hanno detto di conoscerle e di sapere che esistono nel proprio territorio. In generale sanno di cosa si tratta; cioè di progetti con metodi educativi e didattici che si discostano da quelli tradizionali; alcuni hanno nominato esempi di scuole del territorio. Alla domanda se sceglierebbero queste scuole per i propri figli però i partecipanti per il 50% hanno risposto in modo affermativo, mentre il restante 50% ha detto di no, preferendo la tradizionale. Il 66.7% ha una visione positiva di queste scuole, mentre il 33.3% negativa. Tra i vantaggi nominati ci sono: la maggiore libertà per il bambino, la formazione alternativa e il contatto con la natura. Gli svantaggi invece sono: difficoltà poi nell’affrontare il percorso delle scuole medie, non essendoci progetti innovativi che proseguono poi anche alle medie, il fatto che in Italia queste innovazioni non sono accettate e condivise da tutti, nel caso della scuola nel bosco problematiche di salute dovute allo stare all’aperto in tutte le condizioni metereologiche per molte ore. Secondo il 60% la preparazione finale che danno queste scuole è uguale a quelle tradizionali per il 40% invece no, perché non utilizzano strumenti importanti come i libri e strumenti tecnologici, ritardando così l’inserimento nella realtà digitale, dove prima o poi dovranno vivere. Tutti partecipanti hanno espresso la volontà di volerne sapere di più su questo argomento, quindi andiamo a vedere un po’ di informazioni a riguardo.
Scuola nel bosco
A partire dagli ultimi anni, anche in Italia si è assistito a un modesto ma crescente interesse per quei progetti educativi che pongono al centro la natura e che rispondono al bisogno di riallacciare un legame con essa.
Di scuola dell’infanzia nel bosco esistono fondamentalmente due modelli: la scuola nel bosco classica e la scuola nel bosco integrata. Nella scuola nel bosco classica i bambini trascorrono tutta la mattinata nel bosco o in mezzo alla natura, in un’area specifica e con confini circoscritti. In generale i bambini frequentano questa scuola cinque giorni a settimana per tre o quattro ore e mezzo al giorno considerate sufficienti per la vita educativa in una comunità sociale. Alcune scuole nel bosco offrono per uno o due giorni a settimana anche programmi e assistenza ai bambini durante il pomeriggio. Negli ultimi anni tuttavia si osserva sempre di più la tendenza ad allungare l’orario d’apertura per andare incontro alle richieste dei genitori.La scuola nel bosco integrata è una scuola dell’infanzia a tempo pieno, dotata di edifici e stanze proprie che prevedono attività nel bosco tutte le mattine. In queste scuole i bambini trascorrono la mattinata nel bosco e il pomeriggio nell’edificio o nelle aule della scuola. Accanto a questi due modelli di scuola nel bosco si trovano oggi altre forme nate con l’obiettivo di integrare il bosco nella quotidianità delle scuole dell’infanzia in diversi Paesi. Troviamo per esempio: «le settimane con progetti nel bosco» o «le giornate regolari e sistematiche di bosco». Nonostante nessuna scuola nel bosco sia uguale all’altra e non esista un modello definito a priori è possibile ricavare alcune caratteristiche a cui la pedagogia del bosco si ispira. I punti nodali per la pedagogia del bosco sono: salute e motricità, vivere il ritmo delle stagioni e i fenomeni naturali, attivazione della percezione sensoriale attraverso esperienze primordiali, apprendimento globale e gioco libero, educazione ambientale, possibilità di conoscere e apprendere i limiti della propria corporeità, promuovere l’autostima e l’autonomia, sperimentare lo scorrere del tempo e il silenzio, apprezzamento della convivenza e promozione dell’atteggiamento sociale.
Senza zaino
Si chiamano Scuole Senza Zaino e sono sempre più diffuse. La differenza non la fa solo la presenza o meno dello zaino, ma anche una metodologia didattica che è il risultato di anni di studio e prende le mosse dalla pedagogia montessoriana. Dall'anno del suo inizio, nel 2001 a Lucca, il movimento Senza Zaino si è diffuso in tutta Italia ed oggi (2021) conta 294 istituti e 634 scuole (plessi). La prima differenza che balza agli occhi quando si entra in un'aula di una scuola Senza Zaino è la sistemazione degli spazi. Nel modello Senza Zaino non troviamo né la cattedra né i classici banchi monoposto disposti in fila. La classe è divisa in aree di lavoro: c'è l'area tavoli, l'area laboratori, l'area del lavoro individuale. Poi c'è l'agorà dove si svolgono gli incontri di gruppo ed è l'unico spazio in cui l'insegnante si pone frontalmente rispetto agli alunni. Alla base della metodologia delle scuole Senza Zaino c'è la volontà di accogliere la diversità di ogni alunno. "Alla mattina appena si entra in classe ci si ritrova nell'aerea agorà, qui l'insegnante fa un piccolo rito d'inizio giornata, che può essere, a seconda dell'età, una filastrocca, una poesia o una riflessione. Questo rito serve per sviluppare un senso di appartenenza del gruppo. Poi si introduce un argomento sul quale si vuole lavorare: per esempio la maestra può leggere una storia. Finito questo momento, i bambini si spostano nell'area tavoli e possono scegliere tra quattro attività inerenti alla storia: fare il riassunto (prova scritta), rappresentare la storia con dei disegni (prova iconica), fare una scheda dei personaggi (prova di classificazione), raccontare la storia (prova orale).
A mio avviso queste scuole innovative danno la possibilità ai bambini di crescere in modo diverso dal tradizionale crescere in modo strutturato e rigido; queste scuole abituano i bambini ad avere una mente più aperte e flessibile al cambiamento, ma nello stesso tempo mi preoccupa la loro vita adulta quando in futuro si troveranno a dover affrontare un mondo pieno di regole e tecnologia per poter lavorare. Penso poi anche i bambini con determinate disabilità che in ambiente così poco strutturato farebbero molta fatica nell’apprendimento. Nel mio caso ad esempio la tecnologia mi è servita per poter frequentare le scuole, senza un pc come avrei fatto?
Un’altra scuola innovativa che conosco è la English school, una scuola di inglese per bambini da 0 a 14 anni con un metodo didattico innovativo. L’obiettivo di questa scuola è insegnare ai bambini a comunicare in inglese con sicurezza, attraverso un programma integrato che combina in modo efficace le quattro capacità linguistiche fondamentali: ascolto, produzione orale, lettura e scrittura. I bambini apprendono l'inglese tramite testi, immagini, video. L'apprendimento è tutto costruito intorno al bambino: i bambini da 0 a 14 anni infatti imparano con naturalezza la lingua inglese se si divertono e se si sentono coinvolti.
Se fossi un genitore e dovessi scegliere, credo che opterei per una scuola tradizionale al mattino e magari a qualche progetto innovativo pomeridiano per dagli più occasioni di crescita e poter poi da grande scegliere con più consapevolezza la propria strada.
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